lunedì 25 gennaio 2016

Recensione: Il vecchio che leggeva romanzi d'amore di Luis Sepùlveda

Amici belli sono qui a scrivere la prima recensione con la mia personale scala di valutazione. Anche questo è un libro sorteggiato come lettura di gruppo di qualche mese fa (ormai è assodato non riesco a finire le letture nei tempi giusti). Ora vi lascio con la scheda del libro...




Titolo: Il vecchio che leggeva romanzi d'amore
Autore: Luis Sepùlveda
Editore: Guanda
Genere: narrativa straniera
Anno: 1993 (prima pubblicazione in Italia)
Pagine: 132
Prezzo: 8 euro
Ebook: 6,99 euro

Trama: Il vecchio Antonio José Bolívar vive ai margini della foresta amazzonica ecuadoriana. Ha con sé i ricordi di un’esperienza – finita male – di colono bianco, la fotografia sbiadita della moglie e alcuni romanzi d’amore che legge e rilegge in solitudine. Ma il suo patrimonio è una sapienza speciale che gli viene dall’aver vissuto dentro la grande foresta, insieme agli indios shuar: un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che i gringos, capaci soltanto di sfruttare e distruggere, non sapranno mai capire. Solo un uomo come lui potrà dunque adempiere al compito ingrato di inseguire e uccidere il tigrillo, il felino che, accecato dal dolore per l’inutile sterminio dei suoi cuccioli, si aggira minaccioso per vendicarsi sull’uomo. Questa è la storia del loro incontro, ma soprattutto è un canto d’amore dedicato all’ultimo luogo in cui la terra preserva intatta la sua verginità.

Forse mi accodo a tanti altri definendo questo libro un capolavoro, ma non trovo altre parole.
Un uomo che scopre la più intima parte della libertà nel momento più buio della sua vita; si sente vicino alla cultura degli shuar senza farne parte totalmente.
Lui era come loro , ma non era uno di loro
 Abbraccia la libertà della foresta, fino a conoscerla nel suo intimo con tutte le sue leggi e soprattutto SA LEGGERE la sua sola arma contro il tempo che passa in solitudine.
 Si affidano a lui quando un tigrillo minaccia la vita quotidiana dei coloni di El Idillo, solo grazie all'esperienza di vita in foresta Antonio José Bolìvar sa capire le azioni furiose di una bestia a cui hanno ammazzato la figliata. Il tigrillo stesso è metafora di una natura brutalmente ferita, che si vendicherà fino alla fine. Questa metafora è viva nel vecchio, che tornerà nella sua capanna dai suoi romanzi ma pieno di vergogna, il gringo ha meritato di essere soppresso dal tigrillo così come se lo merita l'uomo che ferisce e brutalizza la natura.
Definisco Sepùlveda un autore "ecologico" proprio per le tematiche da lui affrontate in questo e in altri libri che consiglierei non una ma più volte, e soprattutto a tutti i giovani inconsapevoli delle inciviltà umane nei confronti di una natura sempre più stanca e maltrattata.
Decreto questo libro MERAVIGLIA LIBROSA...

e come altrimenti!!!

Come sempre aspetto le vostre opinioni. Alla prossima...
Baci librosi
Ines 

2 commenti:

  1. Luis Sepùlveda è un grande scrittore! Complimenti per il blog :) Mi sono iscritta come lettore fisso.

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    1. Sepùlveda l'ho letto anni fa quando andavo a scuola, è stata una bellissima rilettura. Grazie Luce :)

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